domenica 15 aprile 2018

Boychoir (2014)


Boychoir (L'ottava nota, Fuori dal coro - 2014). Regia di François Girard. Scritto da Ben Ripley. Fotografia di David Franco. Musica di Britten, Fauré, Haendel, ed altri. Musiche per il film di Brian Byrne. Interpreti: Garrett Wareing, Dustin Hoffman, Kathy Bates, Debra Winger, Josh Lucas, Eddie Izzard, e dai ragazzi di The American Boychoir School. Durata originale: 103 minuti.

- Non canterai mai più come prima. Quella voce, quel suono, in realtà non ti apparteneva. L'avevi presa in prestito, e poi hai dovuto lasciarla andare.
- Ma allora quale è il senso di tutto il lavoro e di tutte le lezioni che ho fatto?
- Le lezioni sono il senso. Il senso è nella lezione.
(il maestro giovane e il ragazzo, 1h27)
"Boychoir" è un film americano del 2014 diretto da François Girard, che aveva già al suo attivo un ottimo film sulla musica, "32 piccoli film su Glenn Gould", del 1997. "Boychoir", che in italiano ho trovato indicato con due titoli, "L'ottava nota" e "Fuori dal coro", è un film molto bello: non tanto per il soggetto, non nuovo e abbastanza prevedibile, ma per la sua realizzazione. E' recitato molto bene da tutti, con un Dustin Hoffmann al suo meglio, e ha la giusta delicatezza nel raccontare una storia non facile, quella di un dodicenne con un'infanzia drammatica ancora tutta da superare. Il superamento avviene tramite la musica, un percorso di formazione e di crescita aiutato dal grande talento vocale: un talento che però non può durare, bisogna cogliere l'occasione e il ragazzo troverà il maestro giusto per farlo. In "Boychoir", per dirla con Giuseppe Verdi, il regista Girard ha trovato la tinta giusta, e il risultato è eccellente. Oltretutto, le scelte musicali sono di alto livello ed è sempre bello ritrovare Britten, Fauré, Haendel.
Il regista Girard ha l'intelligenza di tagliare tutto ciò che è già stato visto e rivisto in occasione di film su un soggetto simile, cioè riduce al minimo indispensabile insulti, scazzottate, alcolismo, bullismo, la vita nel collegio, e in questo modo pone al centro del film la musica e la maturazione individuale del ragazzo, oltre a sottolineare i pensieri del maestro riguardo all'età e al suo fallimento personale di quando voleva diventare un pianista ma dovette cambiare strada perché gli mancava quello che invece il ragazzo ha, il talento.

Il soggetto è questo: il ragazzo protagonista, Stet, vive con la madre alcolizzata; ha dodici anni e suo padre è un uomo sposato che praticamente non lo ha mai visto. Quando la madre muore, il padre però si presenta e in qualche modo si prende cura di lui: venuto a sapere del talento musicale del ragazzo lo iscrive a un prestigioso collegio musicale dove c'è un coro di voci bianche che fa concerti in tutto il mondo. In questo modo, il padre "scarica" il figlio indesiderato e può continuare a tenere la sua famiglia all'oscuro di questa sua paternità. Al collegio non vorrebbero accettare il ragazzo, già troppo grande e prossimo al cambio della voce e inoltre ancora incapace di leggere la musica, ma un assegno cospicuo fa cambiare idea alla direttrice. Da qui in avanti il film diventa abbastanza prevedibile nel suo svolgimento, ma rimane sempre interessante in ogni sequenza e viene voglia di sapere come va avanti e come va a finire.
Sull'argomento esiste anche il film "Die Thomaner" un documentario del 2012 (cioè di poco precedente a "Boychoir", che è del 2014) sull'attività del grande coro di voci bianche tedesco "Thomanerchor" di Lipsia, "un anno nella vita" dei ragazzi del coro, con interviste e brani di concerto. Molti altri cori importanti esistono un po' in tutto il mondo, e sono molto richiesti perché per le voci bianche hanno scritto i più grandi compositori di tutti i tempi, anche nell'opera lirica.
 
Gli attori: il protagonista si chiama Garrett Wareing ed è molto bravo e molto credibile. Dustin Hoffman interpreta il maestro anziano, di grande prestigio internazionale, ed è una delle sue interpretazioni più belle. Molto brava anche Kathy Bates, nel ruolo della direttrice del collegio. Nel casta anche Debra Winger (qui in ruolo secondario), Josh Lucas, Eddie Izzard, e i ragazzi di The American Boychoir School.
- Forse voi lo sapete già, ma voglio dirvelo lo stesso: la maggior parte di voi ha un anno, due anni, al massimo due anni e mezzo, e poi il vostro dono, il mistero del vostro dono, quando vi sveglierete una mattina sarà scomparso. Alcuni di voi diventeranno contraltisti, altri dei baritoni, qualcuno farà il dentista, o l'ingegnere. Ma in ogni caso la vita vi riserverà altri doni speciali: la cosa più importante è che quando arriveranno voi li coltiviate come avete coltivato questo. (...)
(il maestro anziano al coro dei ragazzi, 1h21)
 

Musiche eseguite nel corso del film:
- Benjamin Britten: da "A ceremony of carols, op.28", i brani: This Little Babe, Balulalow, That yonge child
- Thomas Tallis: Spem in Alium, mottetto per otto cori a cinque voci, scritto intorno al 1570, tra i più difficili e affascinanti del repertorio polifonico ("spem in alium nunquam habui": "non ho speranza in altri se non in Te, Signore")
- Gabriel Fauré - Piae Jesu, dalla Messa da Requiem
- Georg Friedrich Haendel: "Coronation Anthems, n.1" (cioè "Zadok the priest", che molti riconosceranno come "la sigla della Champions League"), "Queen Anne Aria", e il famoso Hallelujah dal Messia, in un arrangiamento al quale è stato aggiunto un intervento da solista.
- Richard Wagner: un momento dal Parsifal (la musica sullo stereo del compagno di stanza di Stet)
- Felix Mendelssohn: Denn Er Hat Seinen... (accennata dal maestro al pianoforte, quando Stet si accorge che ha saltato una nota)
- Rachmaninov - Prelude in C-sharp minor (accennato dal maestro davanti a Stet)
e inoltre:
Groban: The Mystery of Your Gift.
Howe: Battle Hymn
Bottleneck: Home Grown Country Folk
Ogura: Hotaru Koi
Woolner and Sena: Lose their mind
Page: Niska Banja
Hopkins: Past life melodies
Jenkins: Adiemus
Le musiche scritte apposta per il film sono di Brian Byrne.
 

I testi per Britten:
 That yongë child
(di autore sconosciuto, XIV secolo)
That yongë child when it gan weep
With song she lulled him asleep;
That was so sweet a melody
It passèd alle minstrelsy.
The nightingalë sang also:
Her song is hoarse and nought thereto:
Whoso attendeth to her song
And leaveth the first then doth he wrong.
Balulalow
da un testo in tedesco di Martin Lutero, nella versione dei fratelli Wedderburn (1548)
O my deir hert, young Jesus sweit,
Prepare thy creddil in my spreit,
And I sall rock thee in my hert
And never mair from thee depart.
But I sall praise thee evermoir
With sangis sweit unto thy gloir;
The knees of my heart sall I bow,
And sing that richt Balulalow!
This little babe
testo di Robert Southwell (1561?-1595)
This little Babe so few days old
is come to rifle Satan's fold;
All hell doth at his presence quake
though he himself for cold do shake;
For in this weak unarmèd wise
the gates of hell he will surprise.
With tears he fights and wins the field,
his naked breast stands for a shield;
His battering shot are babish cries,
his arrows looks of weeping eyes,
His martial ensigns Cold and Need
and feeble Flesh his warrior's steed.
His camp is pitchèd in a stall,
his bulwark but a broken wall;
The crib his trench, haystacks his stakes;
of shepherds he his muster makes;
And thus, as sure his foe to wound,
the angels' trump alarum sound.
My soul, with Christ join thou in fight,
stick to the tents that he hath pight.
Within his crib is surest ward,
this little Babe will be thy guard.
If thou wilt foil thy foes with joy,
then flit not from this heavenly Boy

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