giovedì 1 giugno 2017

Wagner secondo Guitry ( I )


"Remontons les Champs Elysées" (1938) Scritto e diretto da Sacha Guitry. Fotografia di Jean Bachelet. Musiche di Adolphe Borchard. Costumi di Georges K. Benda. Interpreti: Sacha Guitry (il narratore e Luigi XV); Lucien Baroux (marchese di Chauvelin), Robert Pizani (Wagner e Offenbach) Emile Drain (Napoleone Bonaparte), Jacqueline Delubac (la zingara Flora), Jean Davy (Ludovic e Jean Louis), Mila Parely (domestica di Marat e poi sua figlia). Jean Périer (Choiseul), Roger Bourdin (cantante Ambassadeurs), Jean Coquelin (L'apothicaire), Georges Morton (Lebon), René Fauchois (Marat), Germaine Dermoz (Marie de Médicis), Josseline Gaël (Léone), Jeanne Boitel (Pompadour), Jeanne Marken (madre di Louisette), Lisette Lanvin (Louisette), Georges Lemaire (Le pion), Silvio De Pedrelli (Concino Concini), Raymond Galle (Louis XIII), Jean Bradin (Albert de Luynes), Jacques Erwin (Louis XIV da giovane e il Duca Montpensier), Maurice Schutz (Louis XIV), Pierre de Guingand (Vitry), Jeanne Provost (Madame du Hausset), Henri Bry (Le bonimenteur), Barbara Shaw e Gay Buisson (sorelle siamesi), Geneviève Guitry de St Jean, Irène Corday, Janine Darcey, Noëlle Norman, Clary Monthal. Jacqueline Pacaud (biches), Louis Vonelli (Dubertret), Julien Rivière, Guy Sloux, Pierre Huchet (valletti), Jane de Rosalba (dame d'honneur), Allain Dhurtal (medico del re), Léon Walther, Claude Lehmann, René Maupré, Roger Puylagarde, Jacques Roussel (quattro signori), Jean Buquet (Ludovic da bambino), Ariane Pathé (Madame du Barry ), Anna Scott (Marie-Antoinette), Jean Hébey (Louis XVI), Gaston Dubosc (abbé Maudoux), Jacques Berlioz (duca de Bouillon), André Laurent (Jean-Jacques Rousseau), Paul Villé (Guignol), Pierre Mingand (marionnettista), Henry Houry (un oratore), Jean-Louis Allibert (Bonaparte), Madeleine Foujane (l'imperatrice Marie-Louise), Marie-Claire Pissaro (serva), Philippe Richard (Louis XVIII), Robert Seller (Charles X e un cliente), André Marnay (re Louis-Philippe) Georges Grey (principe de Joinville), Andrée Berty (serva), Marguerite de Morlaye (Marie-Amélie), Georges Dorival (aubergiste), Violette Fleury (La fille d'auberge), Raymonde Allain (imperatrice Eugénie), Marika (la pianista), Pierre Juvenet (duca de Morny), Jeanne Helbling (Le professeur), Georges Bever (apothicaire), Jean-Marie Boyer e Jean Dorane (scolari), Lucien Brulé, Pauline Carton, Marfa d'Hervilly e Renée Gardès (tricoteuses), Mona Dol (Léone anziana), Maurice Dorléac (consommateur), Luce Fabiole, Georges Fels , Anthony Gildès (il sordo), Claire Gérard (donna al caffè), Lyne Lassalle, Albert Malbert, Sinoël, Madeleine Sologne, Pierre Would Durata: 1h40'

A Richard Wagner è dedicata una sequenza di "Remontons les Champs Elysées" di Sacha Guitry, (1938), una fantasia su temi della Storia francese, girato un anno dopo "Le perle della corona", che è di impianto simile. "Remontons les Champs Elysées" è un film un po' più corto (1h40 circa) e un po' meno sbrigliato nell'invenzione rispetto a "Le perle della corona", più vicino alla Storia vera e comunque godibilissimo e ricco di spunti interessanti. Scritto e diretto da Sacha Guitry, inizia nel 1617 e termina nell'anno in cui fu girato, il 1938, seguendo la storia di Francia attraverso la nascita e le successive modifiche degli Champs Elysèes, a Parigi. Quando si arriva a parlare dell'Ottocento vediamo all'opera, oltre a re e regine, anche due musicisti importanti: Wagner e Offenbach.


Ma forse è meglio andare con ordine: si parte da Maria de' Medici nel 1617 (morte di Concino Concini) e si arriva al 1938, cioè "ai giorni nostri", la data di uscita del film. Stavolta Guitry è un professore di scuola media che si rivolge a bambini sui dieci anni; il vero soggetto del film (ma lo si scopre dopo quasi un'ora) cioè il perno attorno al quale si muove tutto il film, è il Caffè degli Ambasciatori attraverso il suo fondatore Ludovic e poi suo figlio. Nel film si dice (e si vede) che il Cafè des Ambassedeurs è stato costruito su un progetto originale di Jean Jacques Rousseau.

 
Andando in ordine di tempo, si parte da Maria de' Medici, quando dove ora sorgono gli Champs Elysées c'era un bosco, poi si arriva a Luigi XIII e a Versailles. Il periodo del re Sole è risolto da Guitry in questo modo: Luigi XIV sale su una carrozza dalla portiera di sinistra, e ne ridiscende dalla portiera di destra ormai anziano. Tutto qui, meno di un minuto, ed è molto divertente il commento: il motivo di questa fretta narrativa è spiegato dal narratore fuori campo (cioè dal professore) a cui interessa di più Luigi XV e il motivo sarà chiaro vedendo e ascoltando.

Luigi XV fu molto amato agli inizi del suo regno, poi divenne inviso alla gente; ma non è di questo che si parla e ci si rivolge da subito alla sua vita privata. Il re è marcato stretto dalla Pompadour ma trova ugualmente sfogo e in particolare si affeziona alla giovane Louisette. Luigi XV farà poi un altro incontro: l'amico con cui gioca sempre a scacchi, il marchese Chauvelin, gli racconta di aver incontrato una giovane zingara che gli ha letto la mano, predicendogli che morirà nello stesso anno del re. Luigi XV fa dunque portare a corte la zingara, che si chiama Flora ed è molto bella (la interpreta Jacqueline Delubac, a quel tempo moglie di Guitry). La trova piacevolissima e le fa leggere anche la sua mano. Ne esce che Chauvelin morirà prima del re, sei mesi prima; e la profezia si avvererà dieci anni dopo. Nel frattempo Luigi XV si intrattiene con Louisette (scenette da gossip con Chauvelin e la Pompadour, in cui Guitry nei panni di Luigi XV si diverte molto), e da Louisette avrà un figlio molto amato, Ludovic; regalerà al bambino una carrozzella trainata da due caprette (farà moda, la si vede anche in Barry Lyndon di Kubrick) e regalerà a Louisette una villetta sugli Champs Elysées, quella che nell'800 diventerà il famoso caffè. Ma, prima, ci sono molte cose da raccontare.
(segue)


 

2 commenti:

  1. ..le caprette di Kubrick dovrebbero andare in cerca di Grane, non pensi?:-)

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  2. mi pare che sia una pecora, in Kubrick... dovrei controllare. Ma tu al Caffè degli Ambasciatori ci sei stata, io no.

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