giovedì 6 aprile 2017

Cathy Berberian


Cathy Berberian (1925-1983), americana di origini armene, voce di mezzosoprano tra le più belle, è stata un'interprete di notevole importanza e di profondità non comuni. E' stata anche divertente, spiritosa, ricca di interessi, interprete tecnicamente impeccabile di un repertorio molto vasto, che lei stessa definì nel titolo di una sua serie di concerti: "Da Monteverdi ai Beatles". L'unico suo difetto fu di avere una voce bella ma non di grande volume, destino comune a tante belle voci che però non potevano competere con l'orchestra del teatro d'opera o della musica sinfonica.
Cathy Berberian è stata anche moglie di Luciano Berio, e sua collaboratrice; la collaborazione con Luciano Berio continuerà anche dopo la loro separazione, e sempre con ottimi esiti. Ma per avere notizie su Cathy Berberian non c'è bisogno di questo blog, è una figura ancora molto presente nel panorama musicale, anche a più di trent'anni dalla sua scomparsa si continua ancora a parlare di lei, a ricordarla con affetto e con ammirazione.

Nel cinema, Cathy Berberian è presente con questi titoli:
- "Se l'inconscio si ribella" di Alfredo Leonardi, con Julian Beck, 1968 (20minuti). Julian Beck e Judith Malina furono i fondatori del Living Theatre.
- "Aprés la passion selon Sade" di Alfredo Leonardi, 1968, con Julian Beck e Judith Malina; documenta un testo musicato da Silvano Bussotti.
- "La vita è un romanzo" di Alain Resnais è del 1983; è un film corale con molti interpreti, Vittorio Gassman, Geraldine Chaplin, Fanny Ardant, Sabine Azema, e molti altri. Nel film recitano, come attori, anche il basso Ruggero Raimondi e Cathy Berberian.
Di Cathy Berberian esistono molti filmati, interviste (in italiano la maggior parte delle interviste, per nostra fortuna) e concerti, tra i quali ricordo soprattutto una divertente versione di “Façade” di William Walton per la tv svizzera, TSI. L’unico vero film della Berberian è “La vita è un romanzo”, 1983, regia di Alain Resnais; un film che però non vedo da moltissimi anni, anche perché su alcuni film esiste una specie di censura, non dovuta ai contenuti ma alla stupidità dei funzionari delle tv. In tv passa di tutto, anche i brutti film, ma molti titoli importanti o interessanti sono stati letteralmente cancellati, ed è quasi impossibile trovarli anche in rete o in dvd; ma questo è un discorso da fare a parte, e torno a Cathy Berberian.
Sono rimasti leggendari i suoi concerti, con titoli del tipo “Da Monteverdi ai Beatles” (da intendersi alla lettera: con i Beatles eseguiti come se fossero Haendel), e sono straordinarie le sue interpretazioni di "Folksongs" di Luciano Berio, e il suo Offenbach, e tanto altro ancora. Sono ancora oggi ineguagliate, per la bellezza del timbro e per l’interpretazione perfetta, la sua Messaggera e la sua Speranza nell’Orfeo di Monteverdi in disco, direttore Harnoncourt.
- Penso che la musica contemporanea fino ad ora, con l'eccezione di pochissimi compositori, è diventata quasi come una specie di culto religioso, qualcosa di molto serio, fino ad essere quasi serioso (...). E non trovo che ci sia qualcosa di disdicevole nella musica "spiritosa", perchè anche nel Seicento c'erano dei pezzi che erano intesi di avere un pubblico che rideva; e io cerco sempre di ritornare, se vuole, a questo spirito di far divertire la gente.
(Cathy Berberian, intervista del 1975 alla TSI, Televisione Svizzera Italiana)
"Far divertire la gente": ma sempre con serietà professionale, senza la superficialità e la banalità che oggi si accoppiano alla parola divertimento. Purtroppo, un messaggio perduto in quest'epoca in cui per "grandi artisti" si fanno passare anche i cantanti di musica leggera, e in cui i conduttori degli show tv e i deejay vengono definiti "concertatori". In questo periodo di grande banalità e superficialità, non credo proprio che ci sia spazio per una nuova Cathy Berberian; ed è un'altra grave perdita, l'ennesima. In questo periodo storico, l'inizio del Nuovo Millennio, sembra proprio che per le persone di talento non ci sia spazio, sia nella musica che nella politica.
PS: A proposito di persone che non sono state sostituite, Cathy Berberian collaborò con Umberto Eco nella traduzione delle tavole di Jules Feiffer, per la rivista "Linus".
 

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