domenica 1 gennaio 2017

Cronaca di Anna Magdalena Bach


Cronaca di Anna Magdalena Bach (1968). Scritto e diretto da Danièle Huillet e Jean-Marie Straub. Interpreti: Gustav Leonhardt (Johann Sebastian Bach), Christiane Lang (Anna Magdalena Bach), Paolo Carlini (Hölzel), Ernst Castelli (Steger), Hans-Peter Boye (Born), Joachim Wolff (rettore ), Rainer Kirchner (sovrintendente), Eckart Bruntjen (prefetto Kittler), Walter Peters (prefetto Krause), Kathrien Leonhard (Catherina Dorothea Bach), Anja Fahrmann (Regine Susanna Bach), Katja Drewanz (Christine Sophie Henrietta Bach), Bob van Asperen (Johann Elias Bach), Andreas Pangritz (Wilhelm Friedemann Bach), Nikolaus Harnoncourt (principe Anhalt-Cöthen), Hellmuth Costard (rettore Ernesti).
Cantanti: Bernd Weikl (Cantata No. 205 ), Wolfgang Schöne (Cantata No. 82 ), Karl-Heinz Lampe (Cantata No. 42 ), Bernhard Wehle (Cantata No. 140), Christa Degler (voce di Anna Magdalena Bach in Cantata No. 244) , Karl-Heinz Klein (Cantata No. 140 ).
Direttore d'orchestra: Nikoalus Harnoncourt. Solisti al cembalo: Gustav Leonhardt, Bob van Asperen. Durata: 1h34'

Johann Sebastian Bach nasce nel 1685 e vivrà fino al 1750; Anna Magdalena (1701-1760) è la sua seconda moglie. Si sposano nel 1721, quando Bach era rimasto vedovo; Johann Sebastian aveva 36 anni, Anna Magdalena 20. Dal precedente matrimono con Maria Barbara, Johann Sebastian aveva avuto 7 figli; diventeranno musicisti importanti Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel. Anna Magdalena ebbe 13 figli da Johann Sebastian, dei quali 7 morirono da bambini. Anna Magdalena è madre di Johann Christian Bach, uno dei primi grandi sinfonisti, che ebbe notevole influenza sul giovane Wolfgang Amadeus Mozart di cui fu molto amico. Colpisce l'alto numero dei figli morti, ma la morte era una costante quotidiana con cui fare i conti, ed è stato così fino all'invenzione dei sulfamidici (che è recentissima, la produzione industriale e la conseguente diffusione di massa di antibiotici e sulfamidici parte dal 1945). Oggi sembra diverso, ma la nostra salute non è affatto una cosa banale e scontata e anzi bisognerebbe difendere con forza il sistema di sanità pubblica che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità (cosa che le nuove generazioni non stanno affatto facendo).

Jean Marie Straub e sua moglie Danièle Huillet hanno girato molti film insieme, ma nessuno per il circuito commerciale. La loro idea di cinema, molto originale e molto rigorosa, fa ancora oggi inorridire i programmisti televisivi; a me piace molto, e qui ho già portato il loro "Moses und Aron", trasposizione in immagini dell'opera di Arnold Schoenberg. Un altro loro film a cui sono molto affezionato, sul quale ho scritto in giulianocinema , è "Rapporti di classe", che è tratto con molta fedeltà da "Amerika" di Franz Kafka.

Gli uomini libro di Bradbury: questo è il cinema secondo Straub-Huillet. Chi ha letto "Fahrenheit 451", oppure chi ha visto il film di Truffaut, se ne ricorderà di sicuro: in un mondo dove la memoria è stata bandita, e dove i libri sono proibiti severamente, un gruppo di persone si dedica clandestinamente al ricordo dei libri perduti, imparandoli a memoria e tramandandoli oralmente ai posteri, non diversamente da come si faceva ai tempi di Omero o del Mahabharata. E' quello che hanno fatto Straub-Huillet per decenni, e che ora Jean Marie Straub continua a fare da solo, dopo la perdita della moglie. A molti non piacerà quest'idea di cinema, molti lo troveranno inguardabile, la cinepresa fissa o vagante su prati e boschi, la recitazione che è quasi sempre una lettura del testo, quasi un anti-cinema che dovrebbe essere il modello per la regia dei concerti, sempre rispettoso e nella prospettiva di chi assiste al concerto in sala, senza inutili primi piani e zoom fastidiosi (fastidiosi soprattutto quando si tratta dei cantanti...). Le immagini sono comunque sempre belle da vedere, con ottimo gusto e in un bel bianco e nero.
 
A proposito di questo film, so che qualcuno potrà dire: "si è limitato a riprendere le immagini", magari aggiungendo che "una cosa così la possono fare tutti"; ma questo significa non aver capito le intenzioni di Straub-Huillet. In Johann Sebastian Bach è la musica che conta. Non è una vita che vada romanzata, la vita di Bach è nella musica, anche il suo legame con Anna Magdalena è fatto di musica. A questo proposito, su Anna Magdalena circolano molte storie: siccome i manoscritti di diverse opere di Johann Sebastian sono scritti con la sua calligrafia, e da lei firmati, si dice che quelle opere siano state composte da lei, e che il marito abbia oscurato il suo talento. L'impressione che ho io è che si tratti di una coppia molto affiatata, e che tutto quello che hanno fatto sia stato fatto di comune accordo. Lo stesso ragionamento mi sorge spontaneo per altre vicende simili, come quella di Robert Schumann con Clara Wieck: i due vissero di comune accordo, e nella seconda metà dell'Ottocento nulla vietava a Clara Wieck, che sopravvisse al marito per 40 anni (Clara Wieck muore nel 1896) di pubblicare le opere che credeva a suo nome.
Ovviamente, io non sono un musicologo e non ho accesso ai manoscritti; ma il fatto che un documento sia scritto con una calligrafia non significa che vada attribuito a chi materialmente lo ha scritto impugnando penna e pennino, perché esiste da sempre il sistema della dettatura, e della "bella copia", come insegnavano a scuola. E' più che probabile, per fare solo un altro esempio, che a Venezia, qualche anno prima della nascita di Bach, Claudio Monteverdi abbia dettato i temi dell'Incoronazione di Poppea a Cavalli, chiedendogli di svilupparli e infine approvando il risultato; ma di tutto questo a noi non rimarrebbe nulla, a noi posteri rimane solo ciò che è scritto e non ciò che viene detto a voce. E' una considerazione abbastanza semplice, lo dico anche pensando a me stesso: se mai a qualcuno venisse in mente di scrivere una mia biografia, io non ho conservato né foto né scritti di molti momenti e di alcune delle donne più importanti della mia vita. Questo perché spesso non ci si pensava, non si usava, non era tempo di selfie continui ed ossessivi, le macchine fotografiche erano spesso lasciate a casa, stampare le foto aveva un suo costo, e infine non si pensava che fosse poi così necessario immortalare ogni momento della nostra vita. Ma tutto questo non c'entra con il film di cui sto parlando, anche e soprattutto perché questo non è il metodo di cinema (e di scrittura) di Straub e Huillet; e quindi chiudo la parentesi e torno a occuparmi di "Cronaca di Anna Magdalena Bach".


Su internet è disponibile (in inglese) un saggio molto dettagliato del 2011 di Kailan Rubinoff, sul sito http://quod.lib.umich.edu/m/mp?page=home   . Provo a fare un riassunto di alcune sue parti (è un saggio molto lungo e molto ben fatto):
Alla prima del film, un critico olandese della Volkskrant (..) scrisse: "Una colonna sonora di Bach non basta per fare un film" (...) "Cronaca" è anche un film stranamente fuori sincrono con il suo tempo (...) è un film a basso costo e low-tech, in bianco e nero, con costumi d'epoca e parrucche, e il sonoro è monofonico e non stereo (...) molto distante dalla cultura giovanile di quegli anni. (...) Jean Luc Godard contribuì al finanziamento del film, ma ne prese le distanze rimarcandone la lontananza dalla politica e dai problemi contemporanei. (...) Il film fu interamente girato nei posti originali, quindi nell'allora Germania Est, ad Eisenach, Arnstadt, Erfurt, Weimar, Dresda, Lipsia, e Mülhausen. Laddove non esisteva più il luogo originario, come la St Thomas School a Lipsia che fu demolita nel 1902, Straub e Huillet ne accentuarono la mancanza attraverso artifici cinematografici: durante l'esecuzione della cantata “Preise dein Glücke, gesegnetes Sachsen”, BWV 215 mostrano la proiezione di un'immagine dell'edificio, con una torcia accesa sulla sinistra mentre il compositore conduce al cembalo. (...) La quasi totalità della sceneggiatura si basa sui documenti di casa Bach, lettere, manoscritti necrologio; Straub e Huillet negli anni 50 copiarono personalmente questi documenti già pensando al film. Le immagini dei manoscritti di Bach fanno spesso da sfondo alla musica come nelle immagini ai minuti 9-32, che sono accompagnati dal Largo della Trio Sonata No. 2 in Do Minore per Organo, BWV 526. (...) di fatto, la presenza dei luoghi originali finisce per ricordare, ironicamente, che di fatto non esiste nessuna "Cronaca" della vita di Bach: confrontata con la monumentale quantità di documenti musicali, per venire a capo della biografia di Bach dobbiamo mettere insieme informazioni molto scarse e frammentarie.
(mio riassunto a partire dal saggio di Kailan Rubinoff, 2011, da internet)
 

Da quel 1968 molte cose sono cambiate, l'uso degli strumenti originali era una novità e veniva considerato come una bizzarria o come espediente musicologico da museo ma oggi è ormai normale, anche se forse qualcosa si è perso in bellezza di voci (personalmente detesto le voci in falsetto, in Bach e in Haendel) . Straub e Huillet ci mostrano non solo gli strumenti ma anche i luoghi originali, costumi d'epoca, parrucche, arredi; ci furono difficoltà persino nel reperire gli organici giusti per alcuni dei brani eseguiti. Inoltre, la presa del suono è monofonica e non stereo, è in presa diretta e quindi c'è possibilità di errori; a molti questo metodo di lavoro diede fastidio, come succede oggi con l'alta definizione, gli effetti speciali computerizzati e il suono digitale. A molte persone dà fastidio perfino vedere un film in bianco e nero, ed è una cosa ben triste. Le nuove tecnologie sono una possibilità magnifica, ma è giusto ricordare che prima di tutto vengono le idee e la fedeltà ai testi e agli autori, oltre che il rispetto verso persone realmente vissute; quindi la lezione di cinema di Straub e Huillet è sempre più attuale.
Altri miei appunti personali: 1) così come Tarkovskij filma i dipinti, Straub e Huillet filmano i manoscritti 2) fino al minuto 40 abbiamo solo musica, e una voce fuori campo; dal minuto 40 inizia la parte recitata. 3) l'inquadratura al minuto 41 sembra Vermeer; al minuto 46 è molto bello il dettaglio dell'organo con la pedaliera. 4) a 1h05 Leonhardt fa una bella descrizione (molto tecnica) del basso continuo, che andrebbe trascritta perché svela la bellezza del contrappunto 5) Johann Elias, cugino di JS Bach, studia teologia ed ha qui un ruolo importante. 6) Anna Magdalena suona con i bambini accanto, e c'è l'immagine di un uccellino in gabbia 7) molto bello il duetto Ich komme, bravissimo il bambino (che oggi avrà la mia età) sembra di ascoltare "Erbarme dich" 8) Truffaut fu probabilmente influenzato da questo film per "Il ragazzo selvaggio". 9) nei suoi concerti, il pianista Friedrich Gulda portava in scena il clavicordo, lo strumento che era in casa di JS Bach e che qui non si vede; è uno strumento piccolo e con un volume di suono minimo, che oggi sarebbe inascoltabile. Basterebbe una tv accesa, o una finestra aperta, per cancellare del tutto il suono del clavicordo...


Gli attori: Gustav Leonhardt, che interpreta Bach, non somiglia per niente ai ritratti di JS Bach; ma anche questo non ha la minima importanza. Leonhardt, grandissimo clavicembalista, è stato uno dei protagonisti della rinascita della musica antica; impersona Bach in alcune scene, in altre suona.
Anna Magdalena è affidata a Christiane Lang; fra gli interpreti l'altro clavicembalista Bob van Asperen (è Johann Elias Bach) e il direttore d'orchestra Nikolaus Harnoncourt. Fra i cantanti spicca il nome di Bernd Weikl, che ha avuto una lunga carriera nei teatri di tutto il mondo.
I posti dove è stato girato il film, tutti in Germania: Eutin (Schleswig-Holstein), Freyburg (Sassonia), Amburgo, Lipsia (Sassonia), Lübeck (Schleswig-Holstein), Lüneburg (Bassa Sassonia), Norimberga, Preetz (Schleswig-Holstein), Stade (Bassa Sassonia).

Queste sono le musiche di Johann Sebastian Bach eseguite nel film (la sigla BWV indica il numero di catalogo delle opere di JS Bach):
Brandenburg Concerto No. 5, BWV 1050 - Allegro I
Prelude 6 in E Major, BWV 854
French Suite No. 1 in D Minor, BWV 812 - Minuet II
Sonata No. 2 in D Major, BWV 1028 - Adagio
Trio-sonata No. 2 in C Minor for Organ, BWV 526 - Largo
Magnificat in D Major, BWV 243 - Sicut Locutus Est
Magnificat in D Major, BWV 243 - Gloria
Partita #6 in E Minor, BWV 830 - Gavotte
Aeolus Placated, BWV 205
Funeral Ode for Queen Christiane Eberhardine, BWV 198
Funeral Music for Leopold, Prince of Anhalt-Köthen, BWV 244a
St Matthew Passion, BWV 244 - 'Kommt, ihr Töchter, helft mir klagen'
Am Abend aber desselbigen Sabbats, BWV 42
Prelude in B Minor for Organ, BWV 544
Mass in B Minor, BWV 232
Cantata BWV 215
Lobet Gott in seinen Reichen, BWV 11
Clavier-Uebung, BWV 671 - Kyrie, God Holy Spirit
Italian Concerto, BWV 971 - Andante
Wachet auf, ruft uns die Stimme, BWV 140
Goldberg Variations, BWV 988 - Variation 25
Ich habe genug, BWV 82
Musical Offering, BWV 1079
The Art of Fugue, BWV 1080 - Contrapunctus XIV
Vor deinen Thron tret' ich, BWV 668
Non tutta la musica è però di Bach: Conventional Sunday Motet (11th after Trinity) è di Leo Leonius


Concludo con un ricordo personale: alla scuola di musica che ho frequentato per tre anni (da adulto, ahimè: certe cose non si imparano più, da adulti...), con un ottimo insegnante che ha avuto con me grande pazienza, ho avuto anche la sorpresa di trovare un flautista diplomato al Conservatorio che sbrigò i Concerti Brandeburghesi con queste parole: "ah sì, kepalle". A queste persone sconsiglio vivamente "Cronaca di Anna Magdalena Bach". Peggio per loro.
(le due immagini qui sotto vengono da "Falso movimento" di Wim Wenders: in un momento di relax i protagonisti guardano alla tv proprio "Cronaca di Anna Magdalena Bach"; la ragazza di spalle è Nastassia Kinski) (il disegno a colori mostra Bach con la sua famiglia, gatto compreso; esistono dei disegni d'epoca che forse ritraggono Anna Magdalena, ma non si può dire con certezza che sia proprio lei)


 

4 commenti:

  1. Come mai ti è venuto in mente "Il ragazzo selvaggio"di Truffaut? Per il taglio delle riprese?

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  2. per il bianco e nero, per le riprese molto asciutte e apparentemente neutre, per lo stile complessivo che ha molto di illuministico e di scientifico. Tutte qualità che apprezzo molto, anche se poi mi piace tutto il cinema e anche i cartoni animati :-)
    (il film è per intero su youtube)

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  3. Sul rapporto tra gli artisti e le loro mogli ci sarebbe da scrivere un libro, tanto numerosi sono i casi e gli aneddoti in cui l'opera di un presunto singolo autore sia in realtà una collaborazione non accreditata. A quanto pare anche Imagine, la canzone simbolo di John Lennon, è in realtà una collaborazione fifty-fifty tra lui e Yoko Ono.

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  4. io credo proprio che sia tutto opera di Johann Sebastian: non per altro, ma perché siamo di fronte a un compositore fuori dal comune, anche dal punto di vista del numero di composizioni: il catalogo BWV passa di un bel po' il numero mille! Poi, ovviamente se la moglie o uno dei figli scriveva qualcosa se ne teneva conto, ma oggi è difficile stabilire se Anna Magdalena ha scritto qualcosa oppure no. Comunque il caso sarebbe infinitamente diverso da quello di Artemisia Gentileschi, per dirne una. (e, considerando i decenni trascorsi, non mi pare che Yoko Ono abbia mai avuto un decimo del talento di John...)

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