giovedì 6 ottobre 2016

Il Flauto Magico (1978)

 
Il Flauto Magico (1978) di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati. Film d'animazione. Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, tratte da "Die Zauberflöte"; edizione discografica diretta da Karl Böhm, DGG 1964. Durata: 54 minuti (45 in alcune versioni tv)

"Il Flauto Magico" di Gianini & Luzzati è del 1978, quindi successivo a Bergman; dura poco meno di un'ora ed è un lavoro magnifico, Luzzati sfiora spesso l'opera d'arte con i suoi disegni, ci si muove fra Chagall, i tarocchi, il teatro d'ombre balinese, William Morris, surrealisti ed astrattisti: ma tutto è Luzzati, una festa continua. Non ci sono veri e propri tagli, si tratta di una selezione dall'opera ma è la sintesi fatta da chi ama e conosce; quasi non ci si fa caso da tanto è ben fatto il lavoro di scelta e di raccordo, ed è tutto fatto seguendo la musica, è sempre Mozart a dettare tempi e ritmi. E' un peccato che Luzzati non abbia potuto realizzare l'opera intera, ma va bene anche così.
 
 
Il glockenspiel diventa una girandola di campanellini, il drago è di tutto rispetto. Pamina è incantevole, la Regina è tenebrosa, Sarastro e i sacerdoti hanno barbe da rabbino (Luzzati era di origine ebraica), i colori sono stupendi (i colori di Luzzati!), insomma tutte le cose al posto giusto, basta tornare un po' bambini e qui sta la magia di questo film. Se non riuscite a tornare un po' bambini, magari il film vi deluderà; ma allora la colpa non sarebbe di Gianini e Luzzati...

 
 
La storia viene raccontata da un mimo, che dovrebbe essere Marcello Bartoli; www.imdb.com porta come cognome Barteli, ma mi sento di dire che si tratta di un errore di battitura. Marcello Bartoli è una presenza costante nel teatro italiano da più di quarant'anni, io lo ricordo nel Gruppo della Rocca a Milano, su internet ho scoperto che è insegnante di dizione veneta per gli attori goldoniani, e può ben farlo dato che ha studiato con Giorgio Strehler (triestino, e filologo dei dialetti veneziani) al Piccolo di Milano per le messe in scena di "Arlecchino servitore di due padroni". Il mimo impersona Papageno; la sua parte è forse l'unica cosa un po' invecchiata, ma alla fine non dispiace e il parere definitivo lo lascio volentieri ai bambini.



 
Su Emanuele Luzzati non ho molto da aggiungere a tutto il bene che si dice di lui in rete; ha avuto una vita lunga e ci ha lasciato molti disegni di grande felicità. Giulio Gianini, esperto di animazione, era nato nel 1927 e ci ha lasciati nel 2009. Ha al suo attivo undici film con Luzzati, quasi tutti di soggetto musicale, girati fra il 1959 e il 1985; penso che molti si ricorderanno i Pulcinella sulle musiche di Rossini.

 

L'edizione discografica è di gran pregio: anno 1964, Filarmonica di Berlino direttore Karl Böhm, con Fritz Wunderlich (Tamino), Dietrich Fischer-Dieskau (Papageno), Roberta Peters (la Regina), Evelyn Lear (Tamina), Lisa Otto (Papagena), Franz Crass (Sarastro), James King (Monostato), tagliato purtroppo Hans Hotter come Sprecher. Per chi non conoscesse questi nomi, basterà dire che Fritz Wunderlich è una delle voci più belle e più grandi fra i tenori d'opera, quasi una leggenda anche per via della sua scomparsa quando era ancora molto giovane, poco dopo questa registrazione. Chi non c'era e non sa si tranquillizzi sulla data di registrazione: nel 1964 si facevano registrazioni magnifiche, più naturali e più belle da ascoltare di quelle troppo manipolate che si fanno da quando esiste il digitale; e il marchio Deutsche Grammophon Gesellschaft era una garanzia di assoluta qualità. Secondo Maurizio Pollini, le più belle registrazioni dal punto di vista tecnico sono quelle di Arthur Rubinstein con Chopin, RCA metà anni '50. Di me ci si può anche non fidare, ma se non vi fidate di Maurizio Pollini significa che avete qualche problema da risolvere con il vostro orecchio musicale.

 

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